Archeologia, si torna in Kazakhstan. Gli scavi del Centro Studi Ligabue

La missione partirà il prossimo 27 luglio e durerà fino a Ferragosto. Quindici anni fa era stata rinvenuta la più antica sella del mondo, del III secolo a.C.

 
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Centro Studi Ricerche Ligabue (archeologia, antropologia, paleontologia, scienze naturali) www.csrl.it

VENEZIA – A quasi quindici anni dalla prima spedizione, tenuta dal 1997 al 1999, che ha portato alla luce, tra gli altri reperti, la più antica sella del mondo, risalente al terzo secolo avanti Cristo, il Centro studi e ricerche Ligabue torna in Kazakhstan per una nuova spedizione archeologica. La missione, che partirà il prossimo 27 luglio e durerà fino a ferragosto, è stata presentata dal vicepresidente del centro, Massimo Casarin e da Elena Barinova, responsabile per il Centro Studi Ligabue della spedizione, per la quale il Centro ha stanziato una borsa di studio a un dottorando di Cà Foscari, Lorenzo Crescioli, che prenderà parte alla campagna insieme a uno studente di Archeologia, Nicola Fior, anche lui dell’ateneo veneziano.

L’accordo, trilaterale, comprende anche l’istituto di Archeologia dell’Accademia di scienze del Kazakhstan, a cui appartiene il professor Arman Beisenov, capomissione che coordinerà l’equipe kazaka di una decina di persone, già all’opera per sbancare il tumulo nel settore interessato, collocato nella Valle dei sette fiumi, nella regione di Almaty, nella zona sud del Paese. Sulla dozzina di tumuli presenti in zona, tombe reali degli Sciti risalenti al quinto-terzo secolo avanti Cristo, ne sono stati selezionati un paio, dopo che un’esplorazione della superficie effettuata l’anno scorso da scienziati dell’Università di Trieste ha rilevato con strumenti sofisticati anomalie come la presenza di metalli e un’insolita compattezza del sottosuolo.

«Non abbiamo nessuna certezza – ha spiegato Barinova – di quello che troveremo, anche se, dopo aver scavato nella precedente missione in un terreno ghiacciato, trovando anche materiale organico, presumendo che, stavolta, la profondità sarà al massimo di cinque metri, il materiale che emergerà potrà essere solo inorganico». «Alcune tombe – ha confermato Casarin – sono state violate nella camera centrale, ma speriamo di trovare molto nelle camere laterali, quelle che hanno dato le risonanze più promettenti. Questi primi giorni ci permetteranno di chiarire la situazione, potendo poi programmare gli eventuali successivi scavi».